SONS OF $HIT – L’INTERVISTA

SONS OF $HIT  BIOGRAFIA

I Sons of $hit prendono vita a Mantova tra le umide a paludose terre dei Gonzaga. Il quartetto si forma a cavallo della prima e della seconda ondata, ai più nota come “Covid-19”. Disagio, scomode inquietudini e grottesche riflessioni rappresentano la cifra stilistica comunicativa della band. Il politicamente scorretto è la benzina che incendia e al tempo stesso alimenta il concept sonoro s0s.

Ciao ragazzi è un piacere avervi qui su Bandtop, ci raccontate la vostra storia?

Ciao, il piacere è nostro!

Che dire? Ci sarebbero troppe cose da raccontare e ancora di più da non poter svelare.

Partiamo dal presupposto che la nostra band è nata dall’unione di due fattori, la voglia di cantare/denunciare tematiche attuali ma spesso ignorate (soprattutto dalla banalità dei testi musicali odierni) e la continua ricerca evolutiva pur rispettando e richiamando il passato.

Il nome, che è tutto un programma, in realtà è molto meno “ignorante” ed arrogante di quanto si possa pensare ad un primo approccio. Noi siamo i “figli” di questi tempi, di questa epoca, di questo momento storico; per come sta andando il mondo la nostra società cos’altro è se non una società di “merda”?! Da li il nostro nome!

Sui membri della band mi avvalgo della facoltà di non rispondere senza un avvocato!

Scherzi a parte, il frontman, non che cofondatore della band è Bestia Duvalier, brutto, cattivo, truccato ed anche un po’ macabro, se dobbiamo essere onesti. Stufo del solito rap e non favorevole alla direzione che il rap stesso stava prendendo, nel 2020 decide di unirsi al batterista della band Matt Saturn, per rivisitare il proprio progetto solista. Contattando poi successivamente quelli che sarebbero diventati il chitarrista, Paul Daras, ed il bassista, Nik Zer0, da cosa nacque cosa e nacquero i Sons stessi.

Non abbiamo un genere ben stabilito o preciso, amiamo sperimentare anche perché ognuno di noi ha influenze diverse chi nasce dal Rap, chi dal Metal, chi dallo Stoner, o dal Rock classico.

In sintesi amiamo la buona musica e creiamo fondendo ciò che ci piace.

Che messaggio volete dare con la vostra musica?

Beh, credo che il messaggio sia forte e chiaro! Vogliamo rivoluzionare tutto, stravolgere le menti con fatti di cronaca non conosciuti o celati, fare in modo che l’ascoltatore pensi “cazzo è vero” o “Non lo sapevo, vado ad informarmi”. Questa è la nostra ambizione testuale.

Quanto è importante oggi avere il supporto di un etichetta come la vostra?

L’etichetta su alcuni punti di vista è stata un po’ una sorpresa. Nel senso che essendo molto fermi sulle nostre idee e le nostre “anime artistiche” il timore di dover cambiare il nostro io o scendere a compromessi c’era inizialmente. Poi però ci siamo piacevolmente accorti che in realtà l’etichetta ci ha lasciato totale libertà su tutto ciò che era la scrittura, la creazione, gli arrangiamenti e la stessa nostra immagine, questa non interferenza a fatto si che riuscissimo, come con ogni nostro progetto, a mettere noi stessi in Freakshow!

Chi è il songwriter della band?

Il songwriter è il frontman…è lui la mente malata della band.

Progetti futuri?

Cosa riserverà il futuro è sempre uno dei misteri solenni. Di sicuro posso accennare al fatto che stiamo già lavorando ad una “Season 3” e che punteremo a fondere sempre di più il nostro sound con il mondo Horror, andando oltre i limiti del semplice mondo musicale!!

PENSIERO LIBERO SULLA SITUAZIONE MUSICALE ITALIANA

Uhm, domanda veramente bruttissima!

Partiamo dal concetto che non tutta la musica può essere inserita in un “calderone”; quindi, parlare di tutta la musica d’oggi sarebbe impossibile. Diciamo che la stragrande maggioranza di ciò che viene spinto dall’industria musicale è molto discutibile e (ad umilissimo parere personale) “usa e getta”.

Si è persa la magia della musica che tramite il testo ti faceva viaggiare con la mente o ti faceva riflettere, come si è persa l’unicità artistica, oggi qualsiasi suono è uguale al precedente pezzo di quell’artista o addirittura ad un altro artista ancora che fa musica identica ad un terzo artista e via dicendo.

Credo però che non si possa attribuire questo problema solo all’ascoltatore medio però; è vero si è persa da anni la cultura musicale, vero anche che l’indice di attenzione medio si è abbassato quindi anche questo aspetto influisce sulla lunghezza di un brano, però è altrettanto sacrosanto che l’industria discografica in primis stabilisce cosa si debba e si “voglia” ascoltare.

Basti pensare alle “mode musicali” o a ciò che ogni giorno si sente in radio.

Non è ciò che l’ascoltatore richiede ma è ciò che la discografia propone ed impone che l’ascoltatore stesso la richieda.

Da sognatori quali siamo speriamo che tutto sto processo sia semplicemente transitorio e che con il tempo si riesca tornare alle epoche d’oro musicali come un tempo!

Ringrazio di SONS OF $HIT per il tempo dedicatoci e gli auguriamo un futuro pieno di musica.

Bandtop.it ringrazia di cuore il supporto di OVERDUB RECORDINGS.

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